Il mio viaggio delle prime volte: l’Egitto

Non sono nata viaggiatrice. Sono figlia di viaggiatori ma, pur avendo ascoltato con fascino i racconti dei viaggi autostop, delle attraversate in canoa e dei loro percorsi di crescita grazie a viaggi in solitaria, non sapevo immaginarmi viaggiatrice. 

Fino a gennaio del 2008: i miei genitori portano me a e mia sorella più o meno maggiorenni a conoscere l’Egitto. Quello vero, sottolinea mio padre. 

Il primo impatto: Il Cairo

Arriviamo al Cairo alle 20 ed è già notte, leggo testuali parole dal quaderno in cui abbiamo trascritto le nostre impressioni “impatto terrificante per lo sporco, cena abbastanza schifosa” è la scrittura di mia sorella ma ero totalmente il linea con lei.

Passeggiando per il Cairo mio padre fa amicizia con Suleyman che ci accompagnerà per tutta la giornata. Ero sconcertata dal fatto che mio padre si fidasse di quest’uomo che ci guidava nei posti più assurdi della città.  Che fossimo disposti a stravolgere i nostri piani per seguire le sue indicazioni. Così, ci ritroviamo nei mercati più autentici del Cairo, sfoggiamo i nostri assurdi calzini colorati nelle moschee, visitiamo l’università e la casa di uno sceicco. A fine giornata siamo diventati amici e ceniamo insieme a lui nel suo ristorante preferito. 

L’incontro con le piramidi

Il giorno dopo ci aspettano le piramidi e nessuno potrà modificare i nostri piani. Mi ricordo di essermi commossa alla loro vista. Per la prima volta ero in uno di quei posti che avevo solo immaginato o visto in immagini. La magia e il mistero di quel luogo è di grande potenza emotiva.

La romantica Luxor

Lasciamo contente quell’orribile hotel che per fortuna non esiste più, consapevoli di doverci tornare per l’ultima notte prima del volo per Roma. Ci aspetta Luxor, la città in cui i miei genitori hanno deciso che sarebbero stati una coppia per sempre. Che dire? Luxor è bellissima ma sono due i ricordi che porto nel cuore: i pranzi lungo il Nilo e la traversata del deserto a dorso d’asino. Tralasciando che mio padre è caduto dall’asino regalandoci risate per le prossime generazioni, quella giornata mi ha resa la viaggiatrice che sono oggi. 

Le idee di mio padre

Nessuno va a vedere la Valle dei Re con l’asino. Mio padre si è impuntato a fare una di quelle cose antiche che aveva fatto durante i suoi viaggi in Egitto che ora non si fa più. E’ difficile trovare degli asini a noleggio, nessuno capisce cosa vorrebbe fare questo signore italiano che sarebbe mio padre. 

Viaggiare è la mia cura

Alì: questo è il nome del giovane ragazzo che “si accolla la pratica”. Ha degli asini e se siamo sicuri di volerlo fare ci porterà in cima alla Valle dei Re attraversando il deserto. Non immaginate il deserto di sabbia: gli asini iniziano ad inerpicarsi nel deserto di roccia con sentieri che fiancheggiano i dirupi senza protezioni. Un percorso a tratti pericoloso in cui si sente il peso del silenzio. Io indosso degli occhiali con un’enorme scritta D&G e delle lunghe extension ai capelli totalmente in contrasto al contesto ma finalmente in pace con me stessa. 

Alì ci invita a bere un tè a casa della sua famiglia, hanno un binario del treno in giardino, pavimenti di terra e occhi accoglienti.  Da quel momento in poi, non ho più potuto fare a meno di viaggiare.

egitto

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